Crediti deteriorati, la situazione italiana

Crediti deteriorati, presente e futuro del mercato italiano.

Sono state intense e gravose, le ripercussioni della crisi economica sui bilanci delle banche italiane, che ancora sono alle prese con dei crediti deteriorati: parliamo dei cosiddetti Npl, ovvero prestiti non risolti e accumulati negli anni.
Si è cercato di arginare il problema nel febbraio 2016 con l’introduzione del “Gacs”, ovvero garanzia cartolarizzazione sofferenze. Tale meccanismo, scaduto il 6 settembre, è stato esteso dalla Commissione Europea su richiesta del Tesoro, affinché continui a facilitare lo smaltimento dei Npl grazie alla concessione di garanzie statali nell’ambito di operazioni di cartolarizzazione che abbiano come sottostante crediti in sofferenza.
Dunque, qual è la situazione attuale circa il mercato dei crediti deteriorati?
Dopo un aumento costante nel periodo che va dal 2008 al 2016, il dato ha subito un significativo rientro negli ultimi anni. Sulla base delle statistiche offerte dalla Banca d’Italia, infatti, il totale dei crediti deteriorati a fine semestre di quest’anno era di circa 195 miliardi di euro, e le “sofferenze”, che costituiscono il nocciolo più duro dei prestiti deteriorati, era di circa 132 miliari nel giugno 2018, con un calo del 34% rispetto alla fine del 2016.
Il nostro paese resta comunque alle prime posizioni per quanto riguarda lo stock di crediti deteriorati, ed è il quarto in Europa in termini di rapporto tra prestiti deteriorati e prestiti totali.
Il 2018, tuttavia, è iniziato bene e i recenti dati sul mercato Npl risultano positivi. A contribuire, senz’altro vi è la ripresa economica, mentre per quanto riguarda la Gacs, le responsabilità sono da valutare: finora, infatti, tale meccanismo è stato applicato a transazioni relativamente limitate, anche se l’uso della garanzia è aumentato nel tempo.
Resta centrale l’importanza di garantire innanzitutto certezze sul fronte politico ed economico. Il carburante fondamentale per un mercato come quello dei Npl consiste in gran parte nelle aspettative degli investitori; aspettative che, alla luce delle nuove posizioni in materia di recupero crediti di banche e società, potrebbero farsi imprevedibili.

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