Emergenza Coovid-19, frenano le richieste di credito da parte delle imprese

Quasi la metà delle imprese italiane nel corso del 2020 avrà significative esigenze di liquidità.

Come prevedibile, l’emergenza Coronavirus e l’indebolimento dello scenario economico internazionale ha fermato le richieste di credito presentate dalle imprese italiane.

È la stima di Crif, il Sistema di Informazioni Creditizie, che sottolinea come la pandemia e il conseguente lockdown, ha condizionato l’attività di numerosi settori dell’economia nazionale, inducendo le imprese italiane ad adottare un approccio attendista.

In dettaglio, dalle elaborazioni effettuate sul patrimonio informativo di EURISC, emerge una flessione del -14,7% del numero di richieste di valutazione e rivalutazione dei crediti presentate dalle imprese italiane nei primi 3 mesi dell’anno. Difatti,

Tra le regioni maggiormente colpite dall’emergenza sanitaria, la Lombardia mostra una contrazione delle richieste nel trimestre di osservazione pari a -18,9%, il Piemonte -18,5%, il Veneto -16,4% mentre in Emilia Romagna la flessione si ferma a -14,2%.

La dinamica negativa è, ovviamente, legata ad un evento eccezionale. Dunque, è fondamentale che l’impegno di tutti debba contribuire a creare le condizioni necessarie per stimolare la domanda e favorire l’accesso al credito per le Imprese più in difficoltà, per consentire al Paese di far ripartire l’economia.

Quindi, la richiesta di un credito deve essere sostenuta non solo dalla fiducia circa la possibilità di sostenere il peso delle rate senza eccessivi affanni, ma anche dalla concreta possibilità di vederselo erogare.

Per consentire agli intermediari finanziari di sostenere il fabbisogno di liquidità delle imprese è necessario siano presenti accurati ed efficaci strumenti di valutazione e informazioni che sostengano le imprese a richiedere nuovo credito.

Fondamentali sono le informazioni in grado di attestare l’affidabilità del richiedente, il fabbisogno finanziario e la sostenibilità del finanziamento.

La presenza di strumenti di valutazione basati su informazioni incomplete potrebbe infatti esortare gli istituti di credito a ridurre la propria attitudine a erogare e a cautelarsi chiedendo maggiori garanzie. Rischiando così di inficiare lo sforzo che l’intero Paese dovrà affrontare per far ricominciare.

Per altre informazioni, consulta il sito www.studioptf.it

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