Recupero crediti persona deceduta

Il recupero crediti in caso di decesso del debitore: qualche informazione su come procedere.

Recuperare un credito è già di per sé un processo complesso, che richiede l’intervento di professionisti specializzati, in grado di valutare la migliore strategia di recupero.
Quando l’insolvente si rivela essere un soggetto deceduto, il quadro si fa più complicato, ma non esclude comunque delle probabilità di recupero, soprattutto se ci si affida ad un recupero crediti professionale.
Si tratta, tuttavia, di un processo estremamente delicato, che richiede il rispetto di precise leggi da parte del creditore e la consapevolezza, da parte degli eredi, dei propri diritti.
Il primo passo da effettuare nel caso in cui si voglia recuperare un credito contratto con una persona deceduta è individuare gli eredi del debitore, ovvero coloro che, per legge o testamento, hanno la possibilità di succedere al deceduto. A questo punto, bisogna verificare quali hanno accettato l’eredità e quali, invece, l’hanno rifiutata.
Dal momento che la legge vieta di disperdere integralmente il proprio patrimonio tra soggetti estranei alla famiglia (e quindi tra amici, associazioni, ecc.), in genere vi sono sempre il coniuge ed i figli del defunto a raccogliere l’eredità, oppure, in loro assenza, i fratelli o i genitori.
È utile sapere che la legge concede ben 10 anni agli eredi per decidere se accettare l’eredità, rinunciarvi o accettarla con beneficio di inventario. Siccome tale norma potrebbe pregiudicare gli interessi del creditore, è pertanto possibile chiedere che il tribunale del luogo ove si è aperta la successione fissi un termine entro il quale il chiamato dichiari se accetta o rinunzia all’eredità. Trascorso questo termine senza che abbia fatto la dichiarazione, il chiamato decade dal diritto di accettare.
Inoltre, è possibile che gli eredi possano aver contratto dei debiti personali, e che i relativi creditori intendano saldare con i beni di successione. In tale circostanza, la legge stabilisce che i creditori dell’eredità hanno un diritto di prelazione sul patrimonio ereditario di fronte ai creditori personali dell’erede, i quali possono prendere in considerazione solo il patrimonio ereditario che residua dopo l’estinzione delle passività ereditarie.
I creditori ereditari, tuttavia, se vogliono garantirsi tali effetti anche nel caso in cui l’erede perda il beneficio d’inventario, devono ottenere la separazione tra i due patrimoni.
Ovviamente, le notifiche agli eredi devono essere effettuate, prima dell’accettazione dell’eredità, nell’ultimo indirizzo di residenza del defunto (la notifica gatta alla residenza di un chiamato all’eredità prima che questi l’abbia effettivamente accettata è illegittima), e la lettera o l’atto giudiziario deve essere indirizzato impersonalmente a tutti gli eredi. Tale notifica sarà utile ad interrompere i termini di prescrizione.
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