Recupero fiscale per crediti inesigibili

Recupero fiscale, ecco come e quando è possibile attuare la deducibilità delle perdite sui crediti irrecuperabili

Molte imprese costrette a confrontarsi con mancati pagamenti, malgrado solleciti e procedure di recupero, spesso non considerano la possibilità di portare i crediti in deduzione nel bilancio, una pratica in grado di alleggerire il carico fiscale su crediti considerati prescritti o irrecuperabili.
In Italia, la pressione fiscale è notevole e spesso rappresenta una delle cause principali di crisi per aziende ed imprenditori. Ecco perché è importante conoscere e considerare l’opportunità di alleviare il carico fiscale sui crediti irrecuperabili, trasformando un mancato pagamento in un vantaggio economico.

Recupero fiscale su crediti inesigibili, come funziona
La legge italiana pone delle regole ben precise che definiscono le modalità attraverso cui le imprese possono portare a perdita o meno i crediti non esigibili.
In primo luogo, vi sono dei limiti determinati dalla dimensione dell’azienda creditrice che, se superati, impediscono di mettere a perdita i crediti. Nello specifico:
– 2.500 euro per le imprese con fatturato fino a 100 milioni di euro;
– 5.000 euro per imprese che superano il fatturato di 100 milioni di euro.
Nel caso di crediti di importo inferiore a 2.500 € è sufficiente aver effettuato un tentativo stragiudiziale e disporre di una relazione di inesigibilità redatta dal soggetto che ha tentato il recupero, sia esso un avvocato o una società di recupero crediti.
Per mettere a perdita i crediti di importo superiore a 2.500 €, invece, è necessario effettuare un tentativo di recupero giudiziale e nel caso in cui questo dovesse avere esiti negativi il credito potrà essere messo a perdita.

Quando conviene attuare un’azione legale?
Sulla base di quanto detto, viene naturale chiedersi quanto sia conveniente intraprendere un’azione legale in relazione al valore del credito da recuperare. Se si considera, infatti, che le spese complessive per un recupero legale completo, si tende ad abbandonare quasi subito la scelta per crediti inferiori ad una certa soglia.
Tuttavia, se si considera il risparmio fiscale che è possibile ottenere se si effettua un’azione legale con esito negativo e quindi l’opportunità di portare a perdita il credito, le cose cambiano. In questo caso, infatti, il risparmio ottenibile è duplice e riguarda sia l’aspetto finanziario legato all’IVA sia quello fiscale relativo alle imposte sul reddito. Inoltre, gestire in questo modo i crediti insoluti aiuta a chiarire la posizione finanziaria della propria azienda e ad ottenere un bilancio più o meno stabile, malgrado i mancati incassi.
Infine, il supporto aggiunto di una società di recupero crediti può ulteriormente contribuire ad ottimizzare i tempi e le risorse spese per tale azione, rendendo quindi il risultato più vantaggioso per l’azienda creditrice.
Si tratta di un’opportunità attualmente poco nota e quindi poco sfruttata dalle aziende in difficoltà, ma che può avere un impatto decisivo sulla sopravvivenza dell’impresa. Se sei interessato e desideri avere maggiori informazioni, contattaci.

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