Rischio di credito: entra in vigore il nuovo Codice della Crisi D’Impresa

Il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza: analizziamo brevemente le novità più importanti della normativa, volta a prevenire il fallimento delle aziende e sostenerle nel risanamento aziendale.

Tenere al sicuro il proprio credito è sempre stato fondamentale per le aziende. Con il mercato in costante evoluzione e l’instabile situazione economica attuale, è importante che le aziende imparino a tutelare la propria liquidità e solvibilità attraverso strategie e strumenti attuali ed innovativi, che permettano di riconoscere, valutare e gestire il rischio di credito in cui si può incorrere in questo particolare momento storico.

Rischio di Credito, in vigore il nuovo Codice della Crisi d’Impresa
Lo scorso 15 luglio, è ufficialmente entrato in vigore il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D. Lgs. n.83 del 17 giugno 2022): che unifica, in un solo corpo normativo, la disciplina relativa alla regolazione dello stato di crisi e di insolvenza di ogni tipologia di debitore.

Il Codice è frutto di un lungo percorso, iniziato con la Legge delega n. 155 del 19 ottobre 2017 e culminato con l’emanazione del Decreto Legislativo n. 83 del 17 giugno 2022, che ha recepito i contenuti della Direttiva (UE) 2019/1023 (c.d. Direttiva Insolvency).
Si tratta, a tutti gli effetti, di uno strumento innovativo che ha lo scopo di individuare preventivamente un potenziale rischio di credito, consentendo all’azienda di correre ai ripari.

Codice della Crisi d’Impresa, cambia il concetto di crisi
Una delle principali novità introdotte dal nuovo Codice è la considerazione della crisi come un fenomeno fisiologico della vita dell’impresa. Viene, eliminato il termine ‘‘fallimento’’ e sostituito con l’espressione “liquidazione giudiziale” , debellando così ogni connotazione di discredito personale e morale dell’imprenditore insolvente.

Codice della Crisi d’Impresa, prevenzione e composizione negoziata
Lo scopo della normativa è quello di stimolare le aziende ad affrontare le difficoltà economiche e finanziarie prima che queste sfocino in un vero e proprio stato di insolvenza. Per questo, il nuovo Codice propone di rafforzare i sistemi di controllo garantendo la continuità aziendale e promuovendo un approccio proattivo alla gestione della crisi. In questo frangente, assumono un ruolo centrale strumenti di programmazione aziendale.

Nello specifico, “ogni imprenditore che operi in forma societaria o collettiva ha l’obbligo di:
– istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, in modo da rilevare tempestivamente lo stato di crisi ed assumere le relative contromisure;
– attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale.

Qualora l’imprenditore si trovi in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario, può richiedere la nomina di un esperto indipendente, in grado di agevolare le trattative ed evitare così stati di crisi ed insolvenze. Ciò è possibile rivolgendosi alla CCIAA del proprio territorio, nel caso in cui risulti ragionevolmente perseguibile il risanamento dell’impresa.

Codice della Crisi d’Impresa, concordato semplificato
Un’altra novità del nuovo Codice consiste nell’introduzione dell’istituto del concordato semplificato per la liquidazione del patrimonio. Questa eventualità si verifica nel caso in cui l’esperto incaricato della “Composizione negoziata della crisi” dichiari nella relazione finale che le trattative non hanno avuto esito positivo e che non risultano praticabili le soluzioni per il superamento della situazione di squilibrio.

Infine, la normativa attribuisce un ruolo “attivo” agli intermediari finanziari e prevede il divieto per i creditori di rifiutare l’adempimento dei contratti pendenti o provocarne la risoluzione, di modificarli in peius o di anticiparne la scadenza per il mero mancato pagamento di crediti anteriori rispetto alla pubblicazione dell’istanza di accesso alla composizione negoziata.

Conclusioni
L’obbiettivo primario del Codice della Crisi d’Impresa è limitare il rischio di credito, prevenire lo stato di insolvenza e assicurare alle aziende continuità e stabilità. È fondamentale, in questo frangente, comprendere il valore della prevenzione e la responsabilità, da parte degli imprenditori, di dotarsi di un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato ai rischi attuali.
Se hai dubbi o hai la necessità di una consulenza approfondita per gestire il tuo credito e prevenirne i rischi, contattaci.

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Ottenere strategie utili per tutelare la propria liquidità è un autentico fattore strategico per ogni azienda attenta al proprio business e interessata ridurre le situazioni di mancato pagamento.
Fatture insolute, clienti irreperibili e ritardi nella riscossione sono problemi ormai all’ordine del giorno, che rischiano di mettere in crisi anche le imprese più solide. Ecco perché è fondamentale non sottovalutare queste circostanze ma, anzi, avere piena consapevolezza dei meccanismi utili a proteggere i propri guadagni e attuare il prima possibile strategie adeguate per tutelare il valore del proprio lavoro.